03 Agosto 2023
Premio Europeo Capo Circeo: dal 2014 (e antecedente 2004), anno infausto per gli ideali europei, riproponiamo i più importanti interventi. Senza pregiudizi, ecco un quadro sconfortante e sconvolgente, pur sulle strategie dell’inganno e delle guerre del ‘migliore alleato’
Sotto gli speroni dell’amorevole ma feroce amico e alleato.
Si potrà continuare a non aprire gli occhi e la coscienza?
16 Ottobre 2014
Comunicato stampa
La Segreteria generale del Premio Europeo Capo Circeo ha affrontato gli scottanti temi della crisi intra – europea, soprattutto alla luce della guerra civile in Ucraina e delle sanzioni economiche adottate da UE e da USA contro la Russia. La sintesi dei giudizi e delle decisioni della Segreteria generale del PECC è espressa nel presente documento.
Il responsabile per la comunicazione e la stampa
Dr. Enea Franza
Il Premio Europeo Capo Circeo intende farsi parte intelligente in favore di prospettive di pace e di obiettivi di completa alternativa, per cui metterà a punto un programma di incontri a Roma atti a favorire il dialogo intra – europeo con Ucraina e Russia incluse, e quello con gli USA. La Segreteria generale pertanto annulla l’edizione del Premio per il corrente anno solare e la rinvia al prossimo anno solare.
La Segreteria generale del PEEC giudica il corrente anno solare come quello che sta arrecando nei modi più imprevedibili e inattesi incalcolabili danni all’ideale e all’azione europeiste.
La guerra civile in Ucraina e il coinvolgimento russo segna il clou di tutta una serie di operazioni di spregiudicata e pericolosa politica bellicista messa in atto in Europa dagli USA a far data dalla creazione dell’entità artificiale del Kosovo e nel Vicino Oriente dai due conflitti dell’Occidente in Iraq (inconcludenti, distruttivi e cinicamente tardo-colonialistici). Gravissima è stata ed è la responsabilità del passivo e obbediente coinvolgimento dei governi europei e delle strutture rappresentative dell’Unione Europea.
Le dichiarazione rese dal vicepresidente statunitense Biden gettano una luce davvero sinistra su tutte queste dolorosissime faccende. Questa è stata ed è una conduzione alla luce del sole e plateale dalle mani sporche di sangue. Le parole libertà e democrazia si sono rivelate dunque un’atroce farsa, davanti alla più estrema imposizione di interessi di natura squisitamente colonialista e non di natura politica e strategica. Un’atroce farsa, su cui l’Occidente comincia ad avvertire con inaudita difficoltà di comprensione gli effetti di qualche piccolo boomerang.
Riteniamo comunque che gli USA costituiscano e costituiranno un formidabile amico e alleato dell’Unione Europea e un insostituibile polo di riferimento e di confronto sul piano di un civile confronto e non di occulte mene e di inconcludenti lotte commerciali e doganali.
Riteniamo altresì che, a reale garanzia degli interessi e dei diritti degli americani, l’amministrazione in carica degli USA debba preoccuparsi molto di più dei gravissimi problemi interni, ad iniziare dagli squilibri sociali ed economici che rendono davvero tragica la cruda realtà quotidiana del popolo della “terra promessa” delle grandi opportunità e delle insuperabili garanzie delle libertà individuali e collettive. E non di meno dei gravissimi problemi inerenti l’incremento dei processi di inquinamento ambientale prodotto dalle sue industrie, inquinamento ambientale che ha risvolti internazionali.
Dagli USA sono partiti ripetute aggressioni su scala mondiale da parte dei sistemi speculativi bancari con titoli tossici che hanno arrecato danni dai costi sociali ed economici gravissimi a tutt’oggi incalcolabili. Dagli USA sono partite e perdurano campagne di intelligence planetaria che hanno violato e violano diritti scientifici e commerciali di imprese in tutto il mondo e in particolare gli interessi dei Paesi dell’Unione Europea.
Riteniamo molto grave il “cattivo gioco” a cui si sono prestati e ancora si prestano governi precedenti e/o in carica di alcune Nazioni europee. Basti fare riferimento all’odierna nuova “crociata” contro l’ISIS sbucata chissà da dove, nella più inspiegabile e cocciuta ignoranza dell’intelligence e della diplomazia USA (cosa non credibile), al rapporto speciale anglo-americano, all’installazione del sistema missilistico anti – iraniano (!), alle inaccettabili sanzioni adottate dall’Unione Europea contro la Russia.
Tutto ciò è sfociato nella degenerazione della dottrina strategica della NATO, che spavaldamente persegue uno sconfinato espansionismo lungo tutta l’Asia centrale, sino al confine cinese, al fine di isolare politicamente ed economicamente la Russia.
Questa strategia dell’amministrazione USA lede sia le prospettive a medio termine che gli odierni vitali interessi civili e politici dell’Europa. La Russia è Europa.
L’allargamento dei confini dell’Unione Europea ad Est è un fatto irreversibile e bene farebbero parlamenti e governi europei in carica a svincolarsi dalla mortale stretta della Casa Bianca e dall’oligopolio speculativo d’oltre oceano. Nessun mercato transatlantico può sostituire l’inclusione della Russia. Per di più, il giusto prezzo sarebbe quello del dovere dipendere in modo cieco dalle improvvise irruzioni delle libido speculative e ricattatrici dell’industria energetica USA e dei circoli e circuiti finanziar altamente tossici.
Le sanzioni contro la Russia vanno revocate quanto prima. L’espansione immotivata ed esclusivamente aggressiva della NATO in tutta l’Asia centrale va subito cassata. Va garantita la sicurezza dei confini russi e dei suoi interessi economici. Va quindi ripreso in modo proficuo il partenariato tra Russia e NATO, va bloccata la realizzazione del sistema antimissile nell’Europa Orientale a totale controllo USA o va realizzato dalla NATO congiuntamente alla Russia.
I governi europei devono aprire le porte all’accesso russo all’Unione Europea.
Auspichiamo che da queste franche valutazioni e indicazioni possano germinare concreti positivi sviluppi quanto prima; e che il prossimo inverno non sia un inverno foriero di nuove crisi e di nuove guerre ma un periodo di immediato e profondo ripensamento e di rielaborazione delle dottrine strategiche e delle susseguenti scelte, sia in Europa che negli USA.
Il Premio Europeo Capo Circeo intende farsi parte intelligente in favore di questa prospettiva e di questi obiettivi di completa alternativa, per cui metterà a punto un programma di incontri a Roma atti a favorire il dialogo intra – europeo con Ucraina e Russia incluse, e quello con gli USA. E favorire innanzitutto la comprensione delle ragioni degli altri. La Segreteria generale pertanto annulla l’edizione del Premio per il corrente anno solare, anno infausto per gli ideali europei, e la rinvia al prossimo anno solare.
PREMIO EUROPEO CAPO CIRCEO: 2014, “RED LIGHT”. ANNO INFAUSTO PER L’EUROPA
20 settembre 2014
GUERRA CIVILE IN UCRAINA, E NON SOLO
L’erronea condotta politica dell’Unione Europea ha ingenerato lo sconquasso che tutti stiamo vivendo con trepidazione. – Le azioni russe lungo i bordi delle province ucraine ribelli non sono accettabili ma sono più che comprensibili. Di chi davvero sono le colpe in misura maggiore? – E’ indispensabile recuperare e rilanciare i grandi ideali di allargamento nel profondo Est. In questo, oltre Kiev anche Mosca è orizzonte storico e del futuro prossimo dell’unione dei popoli europei. –Speriamo che le priorità che qui abbiamo delineato vengano alacremente perseguite dalle diplomazie durante i mesi del prossimo autunno e del prossimo inverno. Aspettiamo trepidanti la prossima primavera come importante momento di verifica.
Il trascinarsi della crisi internazionale a far data dal 2008, che ha coinvolto e coinvolge l’Unione Europea anche con suoi gravi attriti interni, continua a produrre profonde ferite nei sistemi economici e sociali europei. Queste ferite hanno assunto dimensioni enormi in Paesi europei in cui le riforme strutturali interne già languivano per l’incapacità riformatrice dei governi e dei parlamenti nazionali.
Perfino la locomotiva tedesca morde il freno, mentre l’economia francese stenta non poco nella ripresa e quella italiana è inchiodata in una condizione di perdurante deflazione. La realtà inglese non fa primavera.
Certo è che la crisi, esportata dagli USA e, purtroppo, dal sistema finanziario inglese per primo in Europa con l’immissione nel mercato mondiale degli “hedge found” tossici, ha dilatato e riplasmato i suoi contorni.
Ad essa si è affiancata e con essa ha interagito su un arco temporale più ampio una serie di scelte politiche prioritarie non rese mai chiaramente palesi ai cittadini dell’Unione Europea.
Ciò oggi rivela i profondi danni prodotti nel corso degli ultimi venti anni, e soprattutto nell’appena trascorso decennio.
Intendiamo riferirci in modo preciso e inequivocabile alle scelte strategiche inadeguate, erronee e inaccettabili, a nostro avviso, che l’Unione Europea ha espresso a proposito del suo allargamento ad Est.
Noi riteniamo che il differenziale demografico tra Europa e Russia costituisca non un ostacolo insuperabile ma un fattore ricco di profonde e feconde conseguenze.
Noi riteniamo che il differenziale spaziale tra Russia ed Europa costituisca non un ostacolo insuperabile ma un fattore ricco di profonde e feconde conseguenze.
L’Unione Europea non è troppo popolosa per la Russia. La Russia non è troppo grande per l’Unione Europea. Questi fattori prioritari sono invece espressione di lusinghiere e ricche prospettive di complementarietà e di integrazione civile, economica e politica.
Non si tratta di semplice differenza di lettura e di interpretazione ma di messa alle catene dell’unico valido, propulsivo e storico progetto di ampliamento ad Est dell’Unione Europea. Un ampliamento che nella storia ritrova i mille e mille rivoli che hanno convogliato energie incontenibili verso questo destino dei futuri comuni orizzonti, ripetutamente deviati dal naturale corso dalle ambizioni dinastiche, etniche, ideologiche.
L’erronea condotta politica dell’Unione Europea, basata su ripetuti niet, ha alfine ingenerato lo sconquasso che tutti noi oggi stiamo vivendo con trepidazione non motivata da paure esclusivamente fondate sulla possibile grave carenza di rifornimenti energetici da parte della Russia.
La condotta politica dell’Unione Europea e della NATO è purtroppo andata acriticamente a rimorchio delle scelte dei governi degli Stati Uniti a far data dalla creazione dell’entità artificiale del Kosovo e della denominazione ufficiale della Macedonia ex Jugoslava. Ciò produsse già a suo temo gravi frizioni interne con la Spagna e con la Grecia. In particolare, gli errori occidentali (UE, USA, NATO) in merito alla campagna bellica contro la Serbia per il Kosovo dimostrano retrospettivamente come la linea dei “falchi” sia stata quella vincente ma al tempo sesso come essa abbia lasciato dietro di sé tutta una serie di disastri politici rimasti sono ad oggi insoluti anche nella cruciale regione caucasica.
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Dopo il partenariato tra NATO e Russia e il concreto rafforzamento dei legami tra Unione Europea e Russia, nella realtà delle cose la politica statunitense ha operato in maniera tale da dimostrare come il suo reale fine fosse quello di isolare la Russia e di frapporre insanabili contrasti fra essa e l’Unione Europea.
Questa linea è nitida: diktat implacabili alla Serbia; Georgia come chiave di volta per l’aggiramento della Russia da sud fino al nord Europa da un lato e al cuore dell’Asia dall’altro; blocco dell’ingresso della Russia nel mercato del commercio mondiale (WTO) fino a due anni fa mentre la Cina veniva fatta entrare nel 2002 (provocando un repentino sconvolgimento planetario del commercio); rivoluzionarie profferte di rifornimento transatlantico di gas al posto di quello russo (e algerino e trans-caucasico ?). E, infine, crisi tra Russia e Ucraina, con annessione russa della Crimea e guerra civile ucraina nelle regioni centro-sud orientali.
L’Unione Europea ha agito con previdenza, con giudizio, con saggezza? L’Unione Europea ha dimostrato volontà di anali, di comprensione dei fenomeni, di lungimiranza? E’ difficile potere dire di si.
A prescindere da motivazioni dettate da simpatie a pro del movimento di protesta ucraino del 2012 e del 2013 e dagli esiti conclusivi delle vicende interne di Kiev, la degenerazione politica interna dell’Ucraina – Paese estremamente fragile anche sul piano economico e in particolare della dipendenza energetica – è sicuramente stata prodotta dall’eccesso di garanzie occidentali espresse soprattutto dagli USA e, in Europa, dal Regno Unito, dalla Germania e dalla Francia in favore di Kiev e volutamente incuranti delle esigenze russe, negativamente sollecitate con ripetute “aggressioni” geopolitiche. Ciò ha determinato un’ulteriore convincimento russo del volere ad ogni costo isolare e accerchiare politicamente e economicamente Mosca.
Come non considerare quanto i russi dovevano alfine pur considerare?
La guerra civile ucraina e la gravissima crisi fra Russia e Unione Europea costituiscono per noi una terribile battuta d’arresto del processo unitario. Il “cuscinetto” del popolo ucraino, popolo russo sovrano “in proprio” rispetto a quello di Mosca, era e dovrà tornare ad essere condizione irrinunciabile dell’attuazione dell’allargamento dell’Unione Europea ad Est. Il processo di integrazione passa da Kiev per irradiarsi sino a Mosca e da lì alla Siberia estrema.
La “profondità” geopolitica del grande Sistema Europa, dal Mediterraneo e dall’Atlantico a Vladivostok potrà rendere la futura Unione Europea un soggetto continentale in grado di esprimere in modo eccellente le condizioni sia terrestri che marittime e la loro ottimale interazione, così come accade per gli USA e, in via minore, per la Cina e per l’India, e per come accadrà per il Canada e l’Australia. Essa potrà dare adeguate risposte alle esigenze materiali della popolazione di questa Europa che dall’Ucraina e dall’Anatolia si estende nei grandi spazi euroasiatici; e potrà dare un rinnovato, grandioso impulso culturale e di civiltà, ricreando in maniera egregia l’osmosi del mondo romano entro questi più ampi confini.
Oggi, tuttavia, siamo di fronte al questa dolorosa e sanguinosa calamità. La guerra in Ucraina segna la linea dell’orizzonte oltre cui si è abbassato il sole. Il 2014 non è un anno prodigo, è un anno infausto per l’Europa. Sarebbe mera consolazione nascondersi dietro i recenti avvenimenti interni dell’Unione Europea, come il rinnovo delle cariche della Commissione Europea e il semestre di presidenza italiana.
Bisogna ridare grande impulso ideale al processo di allargamento europeo e forte determinazione per conseguire un preliminare, indispensabile affrancamento dalla grave e cronica subalternità europea agli USA e realizzare con Washington rapporti politici privilegiati alla luce di un oggettivo equilibrio fra i rispettivi interessi. Rapporti politici che segnino al contempo il contenimento” delle logiche ad escudendum e apertamente conflittuali attuate dai circoli monopolistici d’oltre oceano.
Il 2014, dunque, è un anno infausto e luttuoso per gli ideali europei e per i popoli europei, cosa su cui non si può trovare in comodo capro espiatorio.
Auguriamo vivamente che i nostri auspici e le nostre idee possano trovare considerazione e motivo di riflessione fra i componenti della Commissione Europea, del Parlamento Europeo, fra i Capi di Stato e di governo dei Paesi membri e dei loro Parlamenti nazionali.
Auguriamo anche che il Premio Capo Circeo Putin abbia a dimostrare insuperabile pazienza e aperta disponibilità ad avviare nuovi risolutivi confronti con i partner occidentali.
Auguriamo vivamente che il conflitto ucraino abbia termine quanto prima e che gli USA e l’UE pongano termine nell’utilizzo della NATO come strumento di penetrazione nell’area caspico-caucasica e in tutta l’Asia centrale.
Speriamo che le priorità che qui abbiamo delineato vengano alacremente perseguite dalle diplomazie durante i mesi del prossimo autunno e del prossimo inverno. Aspettiamo trepidanti la prossima primavera come importante momento di verifica.
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