05 Giugno 2023 Fonti: Biblioteca Casanatense, Il Sestante, Arbor Sapientiae
BIBLIOTECA CASANATENSE
IL MUSEO SVELATO. GUIDA ALLE COLLEZIONI
BIBLIOTECA CASANATENSE
IL MUSEO SVELATO. GUIDA ALLE COLLEZIONI
CONTRIBUTI
L. Marchi, La Biblioteca Casanatense e il progetto del nuovo percorso museale
A. Cavarra, La Biblioteca Casanatense e il suo museo svelato: formazione delle collezioni
S. Pennestrì, Dalla Biblioteca al museo. Il Nummophylaceum casanatense e l’eredità di Giovanni Battista Audiffredi
Appendice I. L’ordinamento del Nummophylaceum casanatense
M. Barbato, S. Pennestrì,
Appendice II. Catalogo delle monete romane repubblicane e imperiali
Appendice III. Catalogo delle medaglie
F.P. Magnanti, La Bibliotheca Numismatica a corredo del museolum casanatense
E. Vatta, La collezione di reperti archeologici: tra antico e tardoantico nel museolum casanatense
P. Apolito, La collezione degli zolfi di gemme antiche della Biblioteca Casanatense
Appendice I. Catalogo selettivo
Appendice II. Elenco inventariale
BIBLIOTECA CASANATENSE
IL MUSEO SVELATO. GUIDA ALLE COLLEZIONI
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- Anno Edizione:
- 2022
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- Casa Editrice:
- Ist. Poligrafico dello Stato
- Argomento:
- Beni culturali, restauro e tutela del patrimonio culturale
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Descrizione:
In 4°, bross. edit., 345 pp. ill-ni a coll. - Prezzo: € 120,00
Il Sextante Casanatense
Con
Cronaca Casanatense,
Angela Adriana Cavarra ha voluto riandare ai percorsi storici seguiti nei centocinquant’anni di gestione statale, dalla più importante biblioteca di conservazione di Roma.
Protagonisti di questo excursus, articolato in quattro capitoli, sono coloro che in questi anni con lungimiranza, intelligenza e abnegazione ne hanno guidato le sorti.
Con il valido supporto della documentazione dell’Archivio Storico Casanatense e del cospicuo Archivio Storico della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, alla quale, in base all’art. 8 del Regolamento organico delle biblioteche governative, la Casanatense fino a tutto il 1884 fu «amministrativamente riunita», è stata ricreata l’appassionata attività dei direttori statali che hanno dedicato ogni momento della loro vita professionale per riuscire nell’intento di «restituire alla Casanatense il prestigio e lo splendore di un tempo».
Il volume, corredato da un valido apparato critico (riferimenti bibliografici, indice dei nomi, etc.) e da illustrazioni affascinanti (grazie all’Accademia nazionale Virgiliana di scienze, lettere e arti, alla Biblioteca Vallicelliana, al Dott. Carlo Bozza, all Sig.ra Marta Corsanego, alla Sig.ra Elisa Pittoni Pansa Sabatini, alla Famiglia Gnoli e alla elaborazione fotografica di Mario Setter), inaugura la Collana “Il Sextante Casanatense”, diretta da Lucia Marchi.
Il libro è stato presentato giovedì 23 marzo, alle 16:30, nel meraviglioso Salone Monumentale della Biblioteca Casanatense, dal Prof. Gaetano Sabatini che nell’ambito degli studi da lui condotti sui rapporti tra la Santa Sede e le monarchie iberiche nei sec. XVI-XVII, si è interessato alla figura di Mattia Casanate, alto magistrato del vicereame di Napoli e padre del card. Girolamo, fondatore della nostra Biblioteca; e dalla Prof.ssa Valentina Sestini i cui interessi sono focalizzati sulla storia del libro e delle biblioteche.
ISBN 978-88-97708-61-2
Euro 40,00
I custodi dei libri
Ritratti e storia in una biblioteca romana
Cicerone
Ritratto
Scheda
busto in gesso
cm 60x40x35
inv. 290102
Vita e opere
Scrittore e oratore latino (Arpino 3 genn. 106 a. C. – Formia 7 dic. 43 a. C.). Nato da agiata famiglia equestre, ebbe a Roma maestri di diritto i due Scevola, l’augure e il pontefice, di filosofia l’accademico Filone di Larissa e lo stoico Diodoto, di eloquenza specialmente Apollonio Molone di Rodi. Entrò nell’arengo forense nell’81 a. C., nell’attività politica nell’80 con la difesa di Sesto Roscio Amerino accusato di parricidio per un intrigo a sfondo politico che faceva capo a Crisogono, liberto di Silla. C. vinse, ma poi compì un viaggio in Grecia e in Asia, si mormorò per sottrarsi alla vendetta politica. Al suo ritorno, ottenne la questura per la Sicilia occidentale (75). Là si guadagnò la gratitudine dei Siciliani, che poi lo vollero loro patrono nella causa da essi intentata contro Verre. C. sventò i tentativi di salvataggio operati dagli oligarchi in favore di Verre, e appena presentò i risultati della sua inchiesta (Actio I in Verrem), Verre partì volontariamente in esilio. Ma C. pubblicò anche la sua seconda requisitoria (Actio II) in cinque orazioni.
Edile curule nel 69; pretore nel 66 sostenne la legge che dava a Pompeo il comando (Pro lege Manilia o De imperio Cn. Pompei) della guerra contro Mitridate, perché, sebbene incostituzionale, rispondeva, secondo l’istintiva sua capacità di adeguarsi alle situazioni, alle necessità del momento. Questa stessa sua capacità, unita a un innato buonsenso e al temperamento alieno dagli eccessi, lo aveva inizialmente reso avverso all’oligarchia portandolo su una posizione di centro. Ma avversò anche con pari fermezza nell’anno del suo consolato (63) quelli che riteneva eccessi dei popolari, opponendosi alla legge agraria di Servilio Rullo, difendendo Gaio Rabirio, e, dopo avere stroncato il tentativo di Catilina di giungere al potere per vie legali, reprimendo quello di conseguirlo con la violenza. La congiura nella quale si sapevano implicati personaggi come Crasso e Cesare fu scoperta e soffocata nel sangue, anche per vie illegali, ma certo con coraggio e decisione. Da allora la forza stessa delle cose lo spinse nel campo dei conservatori stretti attorno a Pompeo; divenuto un ostacolo fastidioso per i triunviri, Cesare si sbarazzò di lui provocandone l’esilio con la rogatio di Clodio (atto illegale in quanto retroattivo), perché come magistrato aveva fatto giustiziare dei cittadini romani senza regolare processo (58). C. tornò dall’esilio un anno più tardi, mentre Milone e Clodio si battevano per le vie e Clodio non lasciava occasione per aggredire C.; questi, dopo aver difese contro Clodio la casa stessa e le sostanze (De domo sua), tentò invano di persuadere gli ottimati a non alienarsi Pompeo al punto da spingerlo ad accordarsi con Cesare (De haruspicum responso). Dovette invece, con l’orazione De provinciis consularibus, assecondare la volontà e le intenzioni dei triunviri. Il raccoglimento in cui poi si chiuse ci ha fruttato il De oratore e il De republica. Poi l’uccisione di Clodio e il conseguente processo contro Milone: e C., per lo spiegamento di forze operato da Pompeo, non poté pronunziare in difesa di lui l’orazione che pubblicò più tardi. Nel 51 fu mandato proconsole in Cilicia, dove per un piccolo successo militare fu proclamato imperator.
Ma urgeva la guerra civile. C. si adoperò vanamente per scongiurarla, e dopo lungo tergiversare si schierò dalla parte di Pompeo; dopo Farsalo (48) si riaccostò a Cesare accettandone la vittoria senza molta dignità e tributando persino qualche elogio al dittatore (nel Brutus e nel Pro Marcello). Fu questo il periodo più tormentato della vita di C.; alle angustie politiche si aggiungevano quelle familiari: nel 47 il divorzio da Terenzia, nel 45 la morte della figlia Tullia, e poco dopo il divorzio dalla seconda moglie, la giovane Publilia. C. allora cercò rifugio negli studî (sono di questo tempo le principali sue opere filosofiche). Poi, ucciso Cesare alle idi di marzo del 44 e aggravatasi in Roma la situazione pur dopo la riconquistata libertà, C. abbandonò la città dove tornò alla fine di agosto. Contro Antonio, che mostrava di voler succedere a Cesare, scagliò le 14 Filippiche, organizzò la lotta e sostenne perfino Ottaviano. Formatosi però il secondo triunvirato, C., sacrificato da Ottaviano alla vendetta di Antonio, fu il primo dei proscritti: venne ucciso dai sicarî di Antonio nelle vicinanze della sua villa di Formia.
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Sue opere in Casanatense
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Perché si trova in Casanatense
La Casanatense ha una sala di consultazione dedicata ai classici latini e greci, che ovviamente sono presenti in biblioteca anche manoscritti e in edizioni antiche