Considerato l’aggravarsi della grave deriva intraeuropea dovuta al conflitto per interposto popolo scatenato dal nostro alleato e partener USA, dopo un quindicennio esatto di gravissime trame e di gravissimi atti da parte della NATO e al suo seguito dei governi dell’Unione Europea, che hanno minato ab imis gli accordi OSCE ,il trattato USA-Russia sui missili nucleari euro-strategici, il partenariato fra Russia e NATO e l’ottimo rapporto fra la stessa UE e il governo russo con la gravissima militarizzazione con strumenti di controllo a largo raggio e di armamenti missilistici lungo il confine orientale, e con il palese e totale controllo anglo-americano a partire dal 2014 degli apparati politici, burocratici, militari, economici dell’Ucraina;
considerato che tutto ciò avviene dopo la guerra non dichiarata scatenata dagli USA contro il governo di Damasco, la cui acme avveniva nel 2014, anno in cui per protesta il Premio Europeo Capo Circeo annullava la celebrazione dell’annualità dell’evento, e in cui purtroppo pure il governo italiano recideva immotivatamente i rapporti diplomatici con la Siria (dicembre 2013);
considerato che la strategia globale messa in atto dal governo degli USA, attraverso la guerra russo-ucraina, ha raggiunto ineguagliabili, eccezionali obiettivi a danno dei popoli, dell’economia e della sicurezza europei, che in sintesi qui indichiamo: – rilancio della politica del rinvio del default del bilancio US e della strategia della carta straccia del dollaro non convertibile; – blocco dell’adesione dei maggiori Paesi europei all’accordo internazionale di promozione di un circuito monetario mondiale concorrente con quello del dollaro, che aveva individuato nella divisa dell’euro la moneta ufficiale quale metro della concorrente convertibilità finanziaria e delle borse; – affermazione di un ‘protocollo virtuale di procedure’ nord-atlantiche deciso discrezionalmente dal governo degli USA, con cui esso regola unilateralmente i rapporti delle risorse energetiche e dei prodotti commerciali h.t. e di tanto altro, a dichiarato danno del sistema produttivo e finanziario europeo, per cui non v’è oggi motivo da parte dell’UE di potere pretendere (!) il ristabilimento delle regole internazionali vigenti e la reciproca condivisione degli accordi, onde per cui il governo statunitense ritiene di potere determinare le sfere reciproche dell’interscambio senza neppure tentare di rilanciare l’accordo transatlantico fra le due sponde, accordo che era stato sempre giustamente respinto dall’EU e dai governi europei, secondo gli squilibrati rapporti contenuti nelle proposte dell’amministrazione Obama;
considerato il rilancio dilagante degli investimenti USA nell’industria militare, in particolare dell’alta tecnologia, con la produzione e vendita sicuramente imposta con canali sotterranei ai Paesi europei del cacciabombardiere medio-pesante ad alte prestazioni F35: strumento bellico che non offre la primaria copertura e difesa dello spazio aereo, terrestre e marittimo delle Nazioni interessate, semmai esplica le peculiarità dell’attacco a medio raggio – cosa che sconvolge le scelte strategiche e operative NATO in Europa -, predisponendo le nuove forze squisitamente all’attacco. Cosa che al contempo arreca immensi danni alla ricerca e industriali alle Nazioni europee, le quali hanno investito risorse enormi su tre velivoli che svolgono egregiamente la difesa aerea da attacchi da parte di possibili aggressori e non di meno quella dello strike contro le individuate basi nemiche;
considerato tutto questo e verificato che la strategia di dominio globale statunitense costituisce un attacco al cuore del processo di unificazione sovranità e autonomia europea e del grande progetto di EUFRASIA, di cui fanno parte a pieno titolo Ucraina e Russia;
considerato tutto questo e preso atto della presente grave difficoltà a potere organizzare e realizzare un incontro fra gli ambasciatori di dei governi e dei popoli di EUFRASIA, pure per l’acutizzarsi di contrasti infra-eufrasici (in particolare, area del Sud Atlante e costa dell’ex Rio de Oro, area transahariana centro-occidentale, area danubiana e caucasico-transcaspica e d’Aral),
il Premio Europeo Capo Circeo comunica che rinvia la realizzazione dell’importante evento ad altra data da individuare nel prossimo futuro.
Il Premio Europeo Capo Circeo prende altresì atto dell’eccessivo e sommergente attivismo della Commissione Europea in più e disparati ambiti, senza che essa venga a considerare che la somma e la sintesi de-strutturante (per quanto finalizzata a realizzare nuovi sviluppi strutturali) di tali programmi non può, non potrà realisticamente essere attuata con contemporaneità cronologiche e che è indispensabile spalmarli su archi temporali e soprattutto con modalità atte a recepire, contemperare, salvaguardare le effettive condizioni dei singoli popoli e dei loro apparati burocratici, produttivi, finanziari. Plaude comunque alla volontà della Commissione Europea di volere abbattere il proibitivo indice d’inquinamento chimico dei cieli delle città dell’Unione e salvaguardare la salute individuale e collettiva ‘in door’ e out door’, trova tuttavia assolutamente inadeguato lo sviluppo normativo europeo nel merito, visto che una delle malattie ambientali più gravi e acclarate, la Sensibilità Chimica Multipla, con tutto il corteo delle patologie che l’accompagnano, quando non anche di natura genetica, viene denegata da non pochi governi, osteggiata, palesemente nascosta, alterando il quadro generale dei dati sanitari e negando le cure agli ammalati. Si rileva altresì che la protezione della natura e del verde non debba arbitrariamente colpire le realtà agricolo-produttive esistenti, quanto recuperare alla piantumazione tanti e tanti territori degradati e/o abbandonati. Gravissimo si ritiene il comportamento assunto dalla Commissione e dal Parlamento dell’Unione Europea nel merito della gestione del virus Covid19 e delle gravissime, lesive misure contro le libertà individuali e collettive fatte adottare dai governi nazionali. Quanto da mesi sta emergendo pure nel contesto strettamente scientifico e medico, lascia poi davvero interdetti.
Il Premio Europeo Capo Circeo constata altresì come, nonostante le molteplici azioni avviate dalle autorità europee, sia da diversi anni in atto un exploit assolutamente incontrastato nell’utilizzazione sempre più massiva a livello mondiale da parte delle industrie dell’arredamento e dell’abbigliamento e delle costruzioni, perfino da parte dell’alta moda, di prodotti di origine di sintesi chimica, soprattutto poliestere, al posto delle fibre naturali (cotone, lino, canapa, seta, juta, ortica, ginestra, paglia e altre ancora). Ritiene ancora che l’utilizzazione di metalli pesanti, di formaldeide, ftalati vari e di altri componenti di natura chimica sia eccessivamente nocivo e che incida profondamente nell’inquinamento in door sia familiare che nelle scuole, nei ritrovi, nei luoghi di cura e di lavoro. In ultimo, l’estesa e poco contrastata universale utilizzazione delle plastiche tenderà a vanificare gli obiettivi più importanti della lotta all’inquinamento nelle terre, nei mari e nei cieli d’Eufrasia.
Il Premio europeo Capo Circeo rivolge infine alle autorità europee un appello affinché vengano promosse norme atte a facilitare il ritorno delle imprese e la fine della delocalizzazione di loro rami di attività in Estremo Oriente, riportandoli in Europa e investendo negli altri Paesi d’Eufrasia, pure al fine di mitigare i processi migratori non direttamente scatenati dalle esportazioni delle guerre americane e neo-neocapitaliste.
Pure in riferimento a quanto specificamente programmato, ossia di realizzare durante il convegno degli ambasciatori d’EUFRASIA, intermezzi con defilè d’alta moda, il PECC oggi ritiene non opportuno e non possibile realizzare l’evento, e si riserva di individuare nel prossimo futuro una data idonea.
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