3 Agosto 2024
Il Consiglio Direttivo del Premio Europeo Capo Circeo ha proceduto al rinnovo delle cariche.
Nuovo Presidente è il Dr. Enea Franza, nuovo Vicepresidente è il Dr. Corrado Rendo, nuovo Segretario è la Dr.ssa Floriana Filippini, la Dr.ssa Paola Sollenni è riconfermata quale Responsabile del Cerimoniale e dell’Organizzazione.
Eventuali ulteriori determinazioni saranno assunte dal nuovo Presidente, sentiti gli altri componenti.
Vive felicitazioni sono state espresse dai sodali del C.D. assieme agli auguri di fecondo e creativo lavoro.
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Fra le decisioni prese dal Consiglio Direttivo, vi è quella definitivamente riconfermata di rinviare al prossimo anno solare l’Edizione del Premio, in presenza del dilagare delle guerre a stelle e strisce e del loro attacco generalizzato agli ideali e obiettivi del PECC e della sua geopolitica di equilibrio multipolare affrancato dalla logica del ricatto dell’imperialismo e del monopolio planetario del potere finanziario-militare degli USA.
L’obiettivo dichiarato degli USA e dei suoi gregari governi europei, oramai apertamente comprensibile dietro le dichiarazioni di certi personaggi assurti a nuove cariche all’interno dell’UE e della NATO, è quello di realizzare la disintegrazione della Russia e della Federazione di Stati che essa guida. Cosa che noi già denunciamo da anni, con l’inizio del 2007 e anni successivi, attraverso l’iniziale e ridicolo escamotage del prepararsi a difendere l’Europa da possibili attacchi missilistici nucleari iraniani, e perciò della conseguente ed urgente realizzazione di basi militari US/NATO lungo tutto il perimetro occidentale delle frontiere con la Russia. Il tutto, inoltre, mentre erano attivi gli accordi OSCE, con il cui vigente trattato si era raggiunto un altissimo livello di disarmo degli armamenti covenzionali in Europa, e mentre la Russsia era partner NATO e del G8 e partner di elevata crescita tecnologica con tutti i maggiori Paesi europei, Italia compresa.
Dopo il 2014, quando annullammo l’annualità del Premio per protesta contro la guerra non dichiarata e terrificante del governo degli USA contro la Siria, purtroppo e con nostro doloroso rincrescimento ma con ferma coerenza morale e di finalità politica e di scelta di civiltà, oggi siamo nella lucida consapevolezza di dovere ripetere questa decisione. Il piano inclinato raggiunto dalla proiezione di potenza in fieri americana supera ogni lucida, razionale valutazione della ragion politica machiavellica. Diciamo: qui si individua non tanto il cinismo quale elementio metodico di base, quanto un forsennato cinismo quale vis incombusta dilagante.
L’aria pure in Italia è diventata irrespirabile; una frenesia politica distruttiva e aulesionista, di croniche menzogne, oseremmo dire suicida, pervade le cancellerie europee alleate impari e ancillari della deriva estrema del bellicismo finanziario militare e tecnologico USA, di cui il loro caccia F35 è diventata la più verace espressione e potente espressione.
La cronica, violenta destabilizzazione di tutti i Paesi del Vicino Oriente e il loro declassamento sociale e civile sono interessi primari della strategia USA, che così realizza in pari tempo l’accentuazione degli attriti fra i parafulmini europei e i suddetti Paesi, oltre quelli dell’intera Africa nera e del Medio Oriente. Il contesto della guerra mandataria in Ucraina e le attività di più acuta destabilizzazione avviate dagli USA lungo tutta l’Europa orentale e l’Asia centrale promettono scenari densi di follie avventurose. Le silenziose operazioni in atto da tempo e che certo non potranno che aumentare nella grande regione dell’Oceano artico e del diretto contatto confinario fra USA e Russia confermano che le scelte del potere che controlla quello ufficiale della Casa Bianca sono irreversibili: allargare il divario finanziario tecnologico e militare con gli alleati utili idioti e imporre loro una guerra di lunga durata contro la Russia, salvo improvvisi e possibili salti nono convenzionali della risposta moscovita.
L’assoluta nolontà dei geopolitici degli USA di disincagliarsi dalla dottrina amplificata kissingeriana per approdare ad una ridefizione globale degli interessi made in USA, certifica ancora oggi conclusivamente che l’entità sionista di Tel Aviv è il cuore extracorporeo di Whall Street e della White House. E che, pur di perseverare su questa supremazia del terrore cronico, sono pronti a distruggere ancora. Senza sosta, senza tregua.
Tutto quanto questo collide in pieno con gli ideali di Eufrasia e con le palpitanti necessità e i derisi diritti dei popoli paneuromediterranei. Possiamo, dobbiamo tacere?