COSTRUIRE IL DOMANI DEI FIGLI DEI NOSTRI FIGLI.
SUBITO.PERCHE’ FINANZIARLO ?
COSA NE RICAVA UN’AZIENDA ?
Per l’imprenditore aperto, sagace, lungimirante, che ambisce a un’indispensabile accrescimento della conoscenza di prospettive e orizzonti, che sa ricavare da tutto questo sollecitazioni ideative, feconde, remunerative pure nel campo del vitale strumento della pubblicità, che comprende che la nostra fatica può fruttare oro quanto il suo indefesso impegno, sul sito del Premio, troverà un’articolata presentazione geopolitica e del retroterra storico-culturale che focalizza i risvolti internazionali e le esigenze necessitanti :
- PECC. Brochure con Lista 2017 e Tableau storico
- I confini marittimi nazionali sin da subito confini di tutta l’UE?
- Dall’Unione Europea a Eufrasia. Il Mediterraneo cuore di Eufrasia 2.
- Dall’Unione Europea a Eufrasia. Il Mediterraneo cuore di Eufrasia 1.
- Buon anno Europa, con d’Eufrasia tua lieta novella
Oggi più che mai ogni imprenditore può stare tranquillo, nonostante le perduranti buriane interne:
nei fatti, nessun partner vuole uscire dall’UE. Gli “euroscettici” sono un prodotto nato dalla reattività alle obiettive incongruenze burocratiche UE, dai contesti conflittuali internazionali lungo i perimetri dei nostri orizzonti vitali, dalla superficialità di politiche specifiche poste in opera da singoli governi nazionali. Gli euroscettici si squagliano davanti al sole, giacché iniziano con l’elenco delle “precisazioni” dei se e dei ma, spesso peraltro non infondati, se e ma che non scalfiscono la volontà di rimanere nell’UE. E, perché no? Di rifondarla al meglio.
Angela May insegna cosa sia il pentimento e di come abbia voluto sottrarsi appena in tempo alla morsa distruttiva degli estremisti UK. I giovani e gli imprenditori anglosassoni, a stragrande maggioranza antiBrexit, avranno di che riscattarsi, e troveranno le modalità su come riportare il Regno Unito nell’UE .
La forza che ha trovato l’Unione Europea nel sapere opporre un suo fermo, deciso no alle inarrestabili pressioni degli USA sotto la guida di Obama per ratificare il non equo Trattato commerciale atlantico ha dimostrato come e quanto sia importante avere un interlocutore unico davanti a potenze straniere con cui trattare, per quanto amiche e alleate, che mirano a salvaguardare e a rafforzare i loro interessi.
Le rinnovate e inasprite pressioni della nuova amministrazione americana sotto la guida di Trump nel contesto di un rilancio egemonico camuffato da isolazionismo commerciale impongono agli europei di rafforzare la loro coesione al di sopra di tutte le controversie interne e di renderla credibile e durevole, visto che la Cina non demorde dall’inficiare con molti e anche non trasparenti mezzi la potenza produttiva e commerciale europea in tutti i mercati internazionali.
Una realtà politica europea credibile non potrà che rendere più stabile e più sicuro l’insieme dei rapporti internazionali anche nelle aree di conflitti e di crisi, sottraendoli alla pesante logica dei pesanti e viscosi condizionamenti geopolitici. Teniamo presente che oggi pressoché tutto l’orizzonte vitale dell’Euromediterraneo e del suo retroterra continentale asiatico e africano
è circondato e percorso da molteplici conflitti e crisi in cui le cause endogene sono state e sono apertamente o nascostamente manovrate da interessi egemonici indotti con persistente, plurime azione di destabilizzazione interna del cuore euroafroasiatico in modi spesso non più occulti ma spregiudicatamente palesi.
Preghiamo pertanto ogni imprenditore che ci leggerà di non mettere sul tavolo delle pregiudiziali motivi di opportunità e di cautela in merito alle sue decisioni per la possibile presenza sul suo territorio di interlocutori politici apertamente e acriticamente ostili vero l’UE (di cui noi vogliamo la rifondazione). Grazie per l‘attenzione e, soprattutto, per l’auspicata adesione.
NOI NON POTREMO PIU’ ANDARE AVANTI CON LE SOLE FORZE DELLE NOSTRE GAMBE, E’ ORAMAI ESIGENZA INDIFFERIBILE FARE CONOSCERE AI GIOVANI E AI CETI PRODUTTIVI E AL MAGGIOR NUMERO DI EUROPEI E MEDITERRANEI LE FINALITA’ DEL “CAPO CIRCEO” E COINVOLGERLI.
LA SPONSORIZZAZIONE PER LA REALIZZAZIONE DI EVENTI DI “IMAGE ADVERTISING AND INTERNATIONAL MEDIA DIFFUSION” CON UNA QUALIFICATA PROMOZIONE INFORMATIVA CULTURALE E SOCIALE DEVE DIVENTARE IL PUNTO DI QUESTO NUOVO INIZIO. COSI’ PER IL MOMDO DELLA PRODUZIONE E DEL COMMERCIO. IL FUTURO PROSSIMO DI QUESTO NUOVO, GRANDE MERCATO EUFRASICO.
SOVRANITA’ EUROPEA
PRO EUFRASIA
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COS’E’ IL PREMIO EUROPEO CAPO CIRCEO?
E’ uno fra i più prestigiosi e antichi premi europei.
PERCHE’ DOVREMMO SPONSORIZZARLO?
Perché è un Premio che dà lustro, LUSTRO NON COMUNE, non lustrini. Ed è un Premio assolutamente non profit.
Sponsorizzarlo significa voltare pagina: conoscere e partecipare a fare conoscere idee uomini e fatti della storia del processo europeo. Come gli studenti italiani artefici del “tunnel della Libertà” a Berlino, su cui esistono il film originale di una TV americana e poi quello italiano realizzato nello scorso decennio. Quanti conoscono queste storie avventurose e coraggiose fra i giovani e i meno giovani in Italia e in Europa? Gli artefici, gli ingegneri Domenico Sesta e Luigi Spina, sono stati due Premio Capo Circeo. Alle gesta di questi e di altri anonimi giovani italiani e non italiani si deve il lievito e il fervore inesausti di queste idealità. Quanti sanno della giovane italiana, Elena Sciascia, “Capo Circeo”, che, per aiutare una berlinese a fuggire da Pankow, fu catturata dalla Stasi e sbattuta in carcere subendo vessazioni d’ogni genere? Un’esperienza terribile che segnò la sua vita e la portò a prematura scomparsa. Ecco la prima gioventù europea!
Sponsorizzarlo significa dare una mano alla realizzazione del futuro delle giovani generazioni europee. Obiettivo assolutamente primario e irrinunciabile.
Perché il Premio è diventato pure patrocinatore, steering di futuri eventi epocali, assieme a Istituzioni governative al massimo livello, Università e Organizzazioni internazionali, quale quelli dei ponti, “connessioni intercontinentali “sul mare”, fra Africa e Eurasia, di cui il primo, TUEeIT, fra Tunisi e Mazara del Vallo, ha visto bandire lo scorso settembre il concorso da parte di
The EAMC (Engineering Association for Mediterranean Countries) and the OIT (Ordre des ingénieurs tunisiens) with the aim of promoting and reinforcing the culture of exchange and partnership among the Mediterranean countries at the cultural, professional, academic, social and economic level launch the « TUNeIT project».
Per la International Competition for the Design of an Artificial Island to the broads of ElHaouaria – Cap Bon Tunisie
TUNeIT per il progetto della prima isola artificiale al largo di Capo Bon. Ideatore e promotore il progettista italiano Enzo Siviero, nuovo “Premio Europeo Capo Circeo” e componente del suo Comitato d’Onore.
La storia del Premio e gran parte dei personaggi premiati confermano la lungimiranza delle scelte, la sagacia di quest’opera e il particolare lustro che esso dà. Cose che però non possono essere delineate o raccontate a fondo qui.
Nella lunga e storica Lista del “Capo Circeo” ci sono esponenti di ogni campo del pensiero e dell’agire umano, anche di grande levatura, con personaggi di indiscusso rilievo storico. Capi di Stato e di governo, Premi Nobel e Premi Oscar, ministri degli esteri, filosofi scienziati letterati archeologi storici giuristi e musicisti attori scultori di rango, capitani d’industria e governatori di banche centrali nonché significativi esponenti religiosi, della media imprenditoria e altre personalità.
Nonché, fra i primi, uno dei maggiori padri di tutta la cultura del ‘900 europeo e delle maggiori tragedie, ai più ancora sconosciuto ma non certo alle vere élite: il piccolo gigante Ernst Jünger, il soldato più coraggioso che leggeva in trincea l’Orlando Furioso. L’unico risparmiato da Hitler. Egli fu scelto da Mitterand e Kohl per la “perpetua” pacificazione franco-germanica. Da lui si recavano, anche in via riservata, nel corso di fine ‘900, i maggiori esponenti europei.
Ernst Jünger: survived horrors of first World War and was present in Verdun in 1984 when French president François Mitterrand and German chancellor Helmut Kohl held hands in that great moment of reconciliation
… Though wounded 14 times, Jünger survived and was present in Verdun in 1984 when French president François Mitterrand and German chancellor Helmut Kohl held hands in that great moment of reconciliation, and promised that France and Germany would never again war with each other.
The community of Guillemont has named the street above the church the rue Ernst Jünger, and the street below the Rue de la 16E div. Irlandaise.
Perhaps equally poignant is to discover that many of the defenders of Guillemont at that time were not only Germans but also Danes… (Dermont Currant, The Irish Times, Mon, Sep 19, 2016,)
Molte le nazionalità: germanica, italiana, inglese, francese, russa, “benelux”, austriaca, ceca, turca, israeliana, egiziana, tunisina, spagnola, siriana, statunitense, rumena, polacca. Per la Turchia, ad esempio, nel 2013 il Premio è stato assegnato alla Presidente dell’Unione degli industriali turchi, dr.ssa Umit Boyner, ottima imprenditrice e splendida signora “europea”.
E’ un Premio di assoluto valore, che ha accompagnato la storia contemporanea europea pure come ideatore e corifeo degli ideali paneuropei e della promozione della grande cultura.
Perché oggi il sodalizio del Premio ritiene che i tempi siano maturi per divulgare gli ulteriori obiettivi non più e non soltanto fra le élite della Nazioni d’Europa e del Mediterraneo ma anche e soprattutto fra i giovani, visto che questi obiettivi vogliono costruire il futuro politico, istituzionale, culturale, sociale, economico del loro mondo e delle loro vite, lasciando una preziosissima e salda eredità atta a rimediare alle distruzioni e a fallimenti spesso rilevanti e sistematici prodotti dalle precedenti generazioni, specie in Italia, le nostre comprese. E diffonderle più in generale a tutti gli abitanti di questo mondo euroafroasiatico, ai popoli del MEDITERRANEO i cui confini geografici comprendono l’estremo Nord Europa, l’Africa transahariana, la Russia e l’Asia centro-occidentale, il Vicino Oriente. Un vero e proprio riemergere della storia statuale antica, allargata al contesto etnografico e culturale, politico e economico dell’età contemporanea e del futuro paneuropeo.
QUESTE SONO SOLO CHIACCHERE O VOLI PINDARICI?
No, proprio no. Il lungo, lento, faticoso lavoro di animi mossi da ferventi ideali e da fecondo impegno è oggi in grado di presentare un quadro di più che convincente, realistica articolazione sui perché e perché mai che ha già persuaso e convinto personalità di notevole spessore culturale , di ricchissime esperienze professionali, la cui vita è stata improntata al crudo realismo.
Questa affermazione di fondo è la sintesi del lavorio per costruire il futuro delle nostre giovani generazioni e del loro mondo.
Chi costruisce il futuro è facitore di storia.
Noi lo siamo.
Costruire il futuro sventando il più possibile il rischio di conflitti; prevenire questi disastrosi pericoli con la creazione di in così grande impero dei popoli d’Occidente e del Nord, del pan Mediterraneo, di questa grande repubblica marittimo-continentale senza distinzione di religioni, lingue, colore della pelle, “mondo romano redivivo”, al fine di non soggiacere a prevaricatori planetari, a “interlocutori” che elogiano e al tempo stesso ricattano e di coesistere nelle attività del commercio internazionale, nel dialogo e nello scambio culturale, nei rapporti improntati al rispetto dei diritti altrui e all’aiuto da dare ai popoli più deboli senza tornaconti di nascoste supremazie.
Le ultime annualità del Premio hanno dimostrato questa rinnovata, mordente, propositiva energia intellettuale e la capacità di delineare e iniziare a attuare una valida e concreta prospettiva da dare al futuro di questi popoli uniti.
BASTA QUESTO A CONVINCERCI A SPONSORIZZARLO?
No? Si?
Né chiediamo di aderire a questi convincimenti per farvi diventare dei nuovi componenti del sodalizio del Premio.
Desideriamo parlare in termini di analisi del potenziale mercato grazie al contributo amplificativo offerto dall’immagine del Premio.
La sponsorizzazione già da adesso consente di fare conoscere in ulteriori ambienti e ambiti il logo e la natura della società che co-finanzia l’annualità del “Capo Circeo”.
Per le società al “top”, essa costituisce l’arricchimento quali-quantitativo delle proiezioni dei suoi caleidoscopi, la riconferma delle eccellenti posizioni ricoperte e, ultimo ma non ultimo, un esplicito riconoscimento di Benemerenza.
Nessuna retorica. Noi non rilasciamo titoli di Cavaliere del Lavoro, tuttavia siffatta Benemerenza è espressione di robusta e forte personalità e di alta dignità civile. O no ?
Target con calibrature e profilature specifiche potranno essere finalizzati, confezionati, resi operativi e raggiunti con la divulgazione autonoma, in proprio tramite le campagne ordinarie o straordinarie programmate o in corso di programmazione da parte dello sponsorizzatore per tutto l’arco temporale.
Da parte sua, il Premio divulgherà nome e logo della Società sponsorizzatrice in tutte le comunicazioni ufficiali destinate alle istituzioni nazionali e internazionali, ai media e tramite quanto pubblicherà sul sito web ufficiale e nelle manifestazioni che saranno realizzate.
La completa ridefinizione progettuale, in funzione del raggiungimento della finalità di diffondere in maniera ampia e generalizzata fra i giovani e la pubblica opinione dei Paesi dell’UE e via via di EUFRASIA, di questo magnifico progetto si basa sin da adesso su tessere che daranno dimensione al mosaico in corso d’opera quale palinsesto dinamico al fine di soddisfare l’esigenza concreta che rimane quella di un’internazionalizzazione di alto profilo.
Ripetiamo che il Premio dà e darà lustro sia alla società già affermata sia a quella che tende a farsi conoscere.
Il “lustro” è quel dato assolutamente qualificante, e anche raro, agli occhi e nell’immagine della gente; quanto dell’amor proprio e del vivo senso di dignità civile anche in chi è protagonista nelle imprese industriali e commerciali.
Esso è un potente magnete che attrae in particolare chi cerca l’esclusivo, l’originale, il colpo inatteso dell’asso della situazione. Che attrae innanzitutto chi sa intuire per tempo e innovare così nel gran teatro della creatività e della pubblicità.
E’ una patente che certifica che lo sponsorizzatore mira a distinguersi aderendo a campagne che non sono solo nell’alveo del solito tamtam massmediatico.
A maggior ragione, se il contenuto del messaggio mediatico travalica e attinge al contempo al mito e all’ utopia.
Esso esce, si manifesta, attira l’immagine e l’attenzione con qualcosa del tutto nuovo e inatteso, originale. Rompe l’orizzonte dei cliché prevalenti e irrompe con un nuovo, impositivo, fulminante “Guardami!” .
Ecco quello che il mercato non si aspettava e che adesso guarda con gli occhi spalancati.
L’inatteso che desta meraviglia e lo si guarda e lo si guarda e lo si ascolta.
L’indagine di mercato e/o il buon fiuto dovrà tenere conto già da adesso che la società sponsorizzante verrà catapultata entro un panorama di produzioni creative vastissimo e quanto mai variegato. Davvero quanto mai variegato.
Cosa, cosa è mai e chi è Eufrasia, cosa e chi è Circe ? Cosa e chi è quella Europa che appare la più scontata nel nome sempre ripetuto ma dai più in realtà sconosciuta ?
Ricordate come alcuni anni addietro non appena i neonati venivano alla luce gridavano “mitico” imitando sin dalla condizione fetale, ragazzini ragazzi giovani e adulti l’indotto e “vuoto” termine messo in circuito dalla produzione ligustica massmediatica ?
Mitico !
Noi abbiamo tre nomi mitologici, tre pregnanti nomi di elevati poteri subliminali e idealizzanti con cui stiamo già costruendo la storia presente e futura.
Tre nomi su cui i “creativi”
avranno di che sbizzarrirsi in ogni campo a dismisura. Gli abbiamo già aperto la porta e li abbiamo forniti di nuove ali e di nuovi cieli.
I loro neuroni pulseranno e lavoreranno in modo fantastico.
QUALE E’ LA STORIA DEL “CAPO CIRCEO” ?
E’ nato nell’ambito delle attività dell’Associazione per l’amicizia Italo-germanica di Roma, anche con il fine di conservare e diffondere la memoria della prima Gioventù Europea degli anni ’50 –’60, sconosciuta ai più.
Ha avuto un lungo svolgimento: 36 annualità, con la cesura fra 2009 e 2012 dovuta a evento luttuoso, e poi nel 2014 per protesta contro la crisi ucraina, crisi europea ingenerata dalle pesanti intromissioni esterne atte a bloccare il proficuo processo di avvicinamento della Russia e dell’UE.
E’ nato come Premio Capo Circeo atto a promuovere e rafforzare l’amicizia italo-germanica sul piano culturale, sociale, industriale e economico, politico. Ha successivamente promosso e accompagnato il processo di allargamento della CEE prima e dell’Unione Europea dopo. Ha promosso l’avvicinamento della Turchia all’UE.
Un esempio dell’importanza dell’attribuzione del Premio, sull’ “a chi “ ? Gli oratori ufficiali durante le celebrazioni del 60° dei Trattati di Roma, nel 2017, nell’aula del Senato della Repubblica, sono stati il Presidente del Senato P. Grasso, il Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, il Presidente della Commissione europea J-C. Juncker, il Presidente del Parlamento europeo A. Tajani l’ex Commissario della Commissione europea M. Monti, l’ex Presidente della Repubblica Napolitano, la creatrice di “Erasmus”, Sofia Corradi. Ebbene, al di là delle odierne e acri se non feroci polemiche in Italia e in UE (da addebitare quasi sempre alle gravi e croniche inadeguatezze dei governi italiani) Juncker, Tajani, Monti, Corradi sono dei “Capo Circeo”. E, stranamente, Tajani così come Umit Boyner, ricevette la Legion d’Onore a Parigi, subito a ruota dopo il “Capo Circeo”, e l’archeologa Sara Parcak (USA) il “TED” con un milione di dollari subito dopo il “Capo Circeo”.
Premio Capo Circeo sono stati e sono alcuni dei maggiori cancellieri tedeschi e Giscard d’Estaing e Putin.
Capo Circeo 2017, Musei Capitolini
Caricato da Marco Bonanni
Grande succcesso alla cerimonia del Premio Europeo Capo Circeo, celebrato …
bonanni@photomarco.it
QUALI SONO GLI OBIETTIVI DEL PREMIO OGGI ?
Promuovere l’ulteriore rafforzamento della SOVRANITA’ dell’Unione Europea attraverso il superamento dell’inadeguata Convenzione Europea che non può temperare e superare i così tanti conflitti interni e le rissose “ sovranità” che scoppiano durante i lavori del Consiglio dei capi di Stati e di governo.
Se non si supererà questa piaga cancerosa, si rimarrà sempre al palo, sconvolti da diatribe e lotte feroci.
Promuovere dunque l’irreversibile e indispensabile nascita della
COSTITUZIONE EUROPEA,
Costituzione atta a dare certezza istituzionale e culturale e solide prospettive sociali e economiche alle giovani e alle future generazioni dei popoli europei. Certezza che rilanci quanto prima le politiche e le dinamiche contro l’azzeramento demografico realizzato ne modi più subdoli da una classe politica corriva.
COSTITUZIONE E SOVRANITA’ EUROPEA SUBITO.
Questo significa avere ancora più forza nei fori internazionali per difendere gli interessi economici, sociali , ambientali e culturali europei rispetto alle ulteriori più che eventuali e più che possibili pressioni oltre misura da parte dei più potenti concorrenti commerciali mondiali nell’ambito del G20 e del WTO.
E’ il preciso caso, già di recente accaduto, del fermo no opposto al Trattato Transatlantico così come visto dagli USA e al correlativo tentativo d’imposizione, che ancora perdura attraverso il ricorso ad altre affilate armi.
L’Unione Europea rimane la maggiore potenza commerciale mondiale, tuttavia le dinamiche dianzi accennate sono in grado di vulnerare i livelli di competitività e autodifesa produttiva e commerciale raggiunti. Citiamo solo un esempio: l’invasione dei nostri mercati con i prodotti illegali e spesso tossici, cosa che i trattati del WTO sul libero mercato sino ad oggi non sono in grado di prevenire e interdire. La più che decennale e ancora perdurante crisi importata dagli USA ha reso molto fragili interi settori dell’economia nazionale europea, e in particolare di quella italiana e ha determinato una dolorosa e incurata crescita del pauperismo fra emarginati vecchi e nuovi.
In questo chiaro contesto generale e anche negli aspetti più particolari, la salvaguardia della piccola e media impresa, dei suoi bacini produttivi e di mercato, costituisce interesse e esigenza primaria dell’UE.
Robuste difese politiche vanno apprestata pure a loro difesa davanti alle tempeste che guerre dei dazi e sanzioni stanno scatenando a livello planetario.
L’esistenza del G20 conferma la radicale trasformazione degli assetti dell’economia mondiale e la capacità di sempre più numerosi Paesi di secondo e perfino di terzo livello di concorrere sempre di più in ambiti di R&S, produttivi e di vendita di strumenti e mezzi di alta tecnologia sia militare che mercantile e di uso civile, oltre che in settori manifatturieri in cui la presenza italiana e europea è insidiata e con persistenza sempre più accentuata messa a rischio.
La diversità pluriennale dei ritmi di crescita, degli investimenti della forza-lavoro impiegata e degli altri parametri concorrenti nell’ambito delle economie extraeuropee potrà cumulativamente produrre colossali trasformazioni epocali e irrompere nell’area euroafroasiatica per noi vitale con
disvalenze incontenibili e imporre drastiche contrazioni e dissolvenze di attività produttive fortemente negative.
Al suo interno, l’Unione europea deve intraprendere con coraggio e determinazione la risoluzione dei problemi e degli errori che si trascinano da anni, in modo equo e meritorio.
“I trattati internazionali, qui in modo specifico i trattati dell’Unione Europea, non sono qualcosa da considerare come un usa e getta e neppure come proposizioni metafisiche del valore atemporale e intangibile. Essi, in presenza di errori rilevati anche a distanza di anni, in particolare errori che hanno prodotto e producono difformità, distorsioni, iniquità per l’oggettiva non parità di condizioni fra i contraenti – i quali liberamente si sono imposti un reciproco accordo di profonda e solidale amicizia e addirittura hanno contratto un vincolo di integrazione -, vanno rivisitati, rivisti, riscritti in quelle parti inadeguate e/o erronee. Con la logica e coerente conseguenza di valutare e calcolare le negatività delle divaricazioni prodotte e sanare il danno ai partner che lo hanno subito. Tutto ciò concerne direttamente pure gli errori commessi dalla BCE che dalla Commissione dell’UE. Va attivato all’unisono il principio equitativo e riparatore dell’ora per allora e per ancora e della correlativa cogenza del diritto e del dovere di accedere alla rinegoziazione dei trattati, impugnandone ogni limite prescrittivo, e rendendo esecutivi gli indennizzi spettanti al danneggiato.
Più precisamente, per quanto riguarda l’Italia, l’autonomia della lira “sovrana” era sempre servita come paraurti alla pessima conduzione politica dei governi italiani al fine di “aggiustare” il controvalore della lira con i soliti strumenti forniti dalla finanza e permettere i rilanci dell’export e la crescita produttiva dal sempre breve respiro. Tutto ciò era possibile con l’accrescere la disparità del valore fra la moneta nazionale e le maggiori divise straniere. Con l’uscita dall’euro, si tornerebbe a questa solita solfa, senza certezza alcuna di contenimento delle inefficienze e delle passività e del debito e di cambiamento virtuoso del sistema politico?
La soluzione della sovranità monetaria nazionale non risolverebbe dunque i problemi, ma li accentuerebbe: l’illusione dei benefici grazie agli aggiustamenti svalutativi è un compenso che a lungo termine si rivela aleatorio e controproducente. Essa non consente una prospettiva di sicura sostenibilità e di effettiva efficienza di un sistema politico e dell’economia di Paese ma soddisfa la messa in opera di misure succedanee, transitorie che giovano solo a prolungare le cause oggettive dell’inefficienza del governo del Paese e delle passività che produce, accumula, moltiplica, provocando un inarrestabile indebitamento e depauperamento pubblico. Così come in effetti è finora accaduto in Italia.
Noi riteniamo che, dopo questi quattro lustri, vi siano considerevoli, abbondanti motivi perché le considerazioni e le riconsiderazioni avvengano sul tavolo della politica. I margini delle trattative future vanno considerati entro questi piani e non su quelli monetari. E’ qui che si decidono sorti molto più paganti. “
La nascita della Costituzione Europea deve dare empito alla realizzazione dei pilastri indispensabili per la realizzazione della sua reale sovranità come soggetto politico, ancora confusamente e inadeguatamente avviati. Sovranità in grado innanzitutto di temperare le animosità e di azzerare e rimuovere le rovine prodotte in questi anni dagli egoismi grandi e piccoli messi in campo dai più diversi e inadeguati governi nazionali.
La prima generazione europea è nata e purtroppo il Consiglio dei capi di Stato e di governo dell’UE ancora ragiona, valuta e decide secondo logiche assurde, non profittevoli, non meritorie legate a torbidi passati egemonici da un lato e di rivendicazioni incongrue e smisurate dall’altro, che per sostenersi cercano e trovano l’indebito e pericoloso sostegno da parte del partner d’oltre Atlantico.
Questi pilastri comuni della Casa europea sono:
– rafforzamento dei poteri legislativi del Parlamento Europeo e del ruolo esecutivo della Commissione, in uno con nuove stringenti norme anti lobby e diritto di controllo sui contatti “sensibili” da parte dei parlamentari, dei commissari e dei loro uffici con le realtà produttive, professionali e sindacali di qualsivoglia natura interessate alla legiferazione europea e alle gare e agli acquisti;
– formazione culturale (secondo il modello umanistico-scientifico che afferma che nel processo educativo dei ragazzi va posta l’enfasi sullo stimolo delle motivazioni e delle curiosità, delle ricerche e della consapevolezza delle conoscenze per promuovere la formazione di un cittadino lavoratore e non di un “lavoratore” e di un “cittadino demotivato e amorfo”) e plurilingue, protezione ambientale e alimentare (sulla linea delle finalità e delle metodologie del modello italiano il più ostile al trend al ribasso qualitativo imposto dall’odierna politica comunitaria e da inqualificabili interessi di bassa industria alimentare sostenuti da più governi) e della salute umana e animale integrate;
– politica estera e strategia comuni ratificate dal Parlamento europeo e struttura di difesa integrata, con almeno il 70% degli effettivi ad elevata prontezza operativa posti sotto il diretto controllo di catene di vertice decisionale e C4I del responsabile politico del PESC;
– investimenti significativi a breve medio e lungo termine nell’alta tecnologia, vero cuore dello sviluppo scientifico tecnologico e produttivo dell’UE e creazione dei primi poli europei dell’industria strategica integrata: aerospaziale, elettronica, navale, energetica, delle grandi infrastrutture e delle comunicazioni;
– rafforzamento delle politiche che perseguono il potenziamento delle grandi vie di comunicazione marittima, aerea e terrestre intra e inter europee attraverso la progettazione e realizzazione di grandi infrastrutture atte a confermare la centralità planetaria del cuore pulsante euroafromediterraneo e a renderlo più autonomo e meno condizionabile grazie all’autonomia energetica e alla realizzazione di ulteriori fonti energetiche pulite;
– abbandono del modello del capitalismo finanziario speculativo e introduzione di regole di responsabilità penali e pecuniarie (secondo criteri di calcolo esponenziale) permanenti nell’ambito delle operazioni finanziarie e bancarie, affermazione / ripristino delle diversità dei campi operativi delle banche, trasformazione della BCE e delle Banche nazionali centrali in Banche di preminente interesse pubblico sotto diretto controllo e gestione dell’autorità statale. Centralità politica del combattere la privatizzazione esclusiva degli utili speculativi fino a che persisteranno sul mercato e del combattere la statalizzazione delle perdite delle speculazioni e degli investimenti in ambito bancario e produttivo. Assegnare alle banche l’obbligo di promuovere sempre il finanziamento delle attività produttive non riferibili a esborsi “onerosi “ perché ad alto rischio e a soggetti implicati in elusioni e in sofferenze.
QUESTI OBIETTIVI SONO ESAUSTIVI ?
Certamente no. Il processo più significativo dell’integrazione europea dovrà investire almeno tutto il prossimo decennio.
Questo significa che bisognerà procedere con determinazione nel superare le crisi interne e quelle indotte dalle destabilizzazioni esterne, compresa quella delle migrazioni economiche e illegali.
L’Unione Europea non potrà compromettere ulteriormente un efficiente aiuto ai ceti poveri e agli emarginati, la sua stabilità interna, il suo miglioramento economico e sociale e con il devolvere risorse proibitive per i suoi bilanci e peraltro non risolutive in favore dell’abnorme fenomeno delle migrazioni clandestine. La strada degli aiuti finanziari e dell’assistenza all’istruzione, alla formazione culturale e alla promozione dell’impresa e del lavoro, così come da molti anni sostenuto nei massimi fori internazionali, deve essere finalmente avviata, intrapresa e realizzata in loco, anche per riscattare quei popoli e evitare l’ulteriore loro reale depauperamento.
Questi prossimi anni dovranno segnare una vera svolta nei processi comunitari, insieme all’abolizione della maggioranza assoluta nei vertici dei capi di Stato e d Governo.
I prossimi anni venti, quelli della Costituzione Europea, sono gli anni preparatori delle future, ulteriori, epocali trasformazioni destinate a creare EUFRASIA.
SENZA EUFRASIA, l’Unione Europea potrà essere entro metà secolo una realtà politica non più in grado di fare fronte alle gigantesche spinte competitive, alle sfide e all’ aggressività dei maggiori soggetti economici internazionali e alle alleanze che fra costoro potranno emergere, con presumibili rischi anche in riferimento alla sua identità culturale, al suo primato di promozione dei diritti civili, al suo collasso demografico, alla sua sicurezza socioeconomica, alla sua integrità territoriale.
SENZA EUFRASIA, figli, nipoti e future generazioni potranno essere in balìa delle più incerte e insicure prospettive, soggetti passivi e testimoni impotenti di un irreversibile tramonto del nostro, del loro mondo.
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Sottratti al mare antistante Alessandria dal PECC F. Goddio
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la rivoluzione della preistoria: la scoperta di Göbekli Tepe, c.ca 10.000 a.C., e gli studi di Klaus Schmidt, PECC “alla memoria”
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la rivoluzione archeologica: fotografia aerea e satellitarecon PECC e TED Sara Pacack (USA)
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la rivoluzione del futuro prossimo: Italia, Mediterraneo e connessioni intercontinentali con i progetti del PECC Enzo Siviero
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Siamo grati per l’attenzione che vorrà mostrare ogni destinatario di questa brochure.
Chi ha diretto interesse e piacere, motivo e convincimento di volere essere Sponsor, è per noi benvenuto e lo preghiamo di chiamarci al 320 380 4403, di scriverci all’email del Premio, info@premiocapocirceo.it di contattarci tramite i comuni amici.
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