Premio Capo Circeo.
Un Padre nobile e segreto del ‘900.
Ernst Junger. L’Anarca indomito
Fu prescelto da Mitterand e da Khol come padrino di una storica, definitiva riconciliazione tra i loro Stati e i loro popoli. – Non fu fatto eliminare da Hitler perché era un grande eroe. – Visse e operò fin quasi la soglia dei 103 anni.
Fra i tanti nomi delle personalità più note e meno note a cui è stato assegnato il Premio Europeo Capo Circeo, sin dalle sue primissime edizioni, figura un nome che ancora oggi è sconosciuto alla gran parte dei cittadini. Eppure, esso è stato un punto di riferimento della grande cultura europea a partire dai primi decenni del ‘900. Lo si può indicare con esatta precisione come uno dei “padri nobili e segreti” del XX secolo. Stiamo parlando di Ernst Jünger. Le sue opere ebbero stampe molto rare in Italia, come ad esempio il suo classico tra filosofia e utopia politica “L’operaio” (o, come da alcuni fu tradotto con una terminologia più puntuale e meno generica ma che al tempo stesso si prestava ad un’interpretazione emotiva non meno parziale,”milite del lavoro”); l’universalmente nota “Tempeste d’acciaio” in merito alle liminali condizioni dell’esperienza bellica del primo conflitto mondiale da lui vissute (che si collocano su di un versante affatto diverso da “Nulla di nuovo sul fronte occidentale” di Remarque, con cui comunque costituiscono preziosi e insostituibili punti di riferimento) e, con aforismi e frammenti sul modello nietzschiano e spengleriano, “Al muro del tempo” (Volpe editore). Bisognerà aspettare, in Italia, gli anni settanta perché Ernst Jünger venga conosciuto da una maggiore quantità di lettori, attraverso la benemerita opera dell’editore Rusconi, con la pubblicazione della sua importante trilogia romanzesca: Sule scogliere di marmo, Heliopolis, Eumerswill e …. da allora, altre opere della sua prolifica, variegata e centenaria produzione sono state via via tradotte in modo inarrestabile. E gli editori si sono contesi i suoi titoli. Occorrerà tuttavia aspettare gli anni ’90 per conseguire una maggiore diffusione, con un lungo ritardo rispetto a quanto accaduto a qualche altro autore ma con punte di parziale contatto, come quanto accadde al suo amico Carl Schmidt, giurista e filosofo politico, di cui negli anni settanta La Terza pubblicava il suo testo fondamentale sulla dittatura; e, alcuni anni dopo, Adelphi l’altro testo di riferimento: “Il Nomos della Terra”. Il mondo culturale italiano cominciò a conoscerlo maggiormente solo da allora, come ebbero a ricordare sui maggiori quotidiani italiani germanisti, critici letterari e storici, fra i quali i Premi Capo Circeo Freschi e Bolaffi,: soltanto a partire dagli anni novanta,come appena scritto,in particolare tra i lidi della sinistra. Abbiamo affermato, e non tra i primi, che Ernst Junger è da considerare uno dei “padri nobili e segreti” del XX secolo. Mentre erano in avanzata fase i preparativi segreti di Hitler di attacco alla Russia sovietica, egli con la sua più stretta cerchia di estimatori continuava a recarsi presso l’ambasciata sovietica a Berlino (quando in Occidente erano ancora sconosciute le tragiche realtà dei grandi massacri e delle purghe) per intrattenere ancora rapporti culturali. Rifiutò, come ebbe a dire, Goebbles, i “ponti d’oro” offertigli dal Terzo Reich se avesse aderito alla camera degli scrittori e, perché no, se avesse di conseguenza ricoperto una qualche visibile carica politica. Durante l’occupazione tedesca di Parigi – su cui la dietrologia demagogica delle fazioni si è scatenata con fiumi di inchiostri e di film – interveniva (come semplice “capitano” …?) per salvare la vita a non pochi nomi degli artisti di primo piano di opposte tendenze, finiti tra le mani della Gestapo. Sono cose che appaiono incredibili solo perché sono state nascoste? Per quanto sino ad oggi si sa, sarebbe stato l’unico uomo risparmiato da Hitler dopo il tentativo del suo assassinio messo in opera da una parte delle gerarchie militari, di cui il colonnello von Stauffemberg fu l’esecutore. La “testa” dell’operazione era a Parigi. E, a Parigi, Junger sapeva. Ma era uno dei maggiori eroi della prima guerra mondiale. Un eroe davvero intoccabile. Specie per un cultore del mito degli eroi. Insuperabile amante della cultura italiana e di quella francese, non meno innamorato del sole e delle terre del mezzogiorno d’Europa, dell’Italia, fu Ernst Jünger prescelto da Mitterand e da Khol come padrino di una storica, definitiva riconciliazione tra i loro Stati e i loro popoli. Da lui si recarono, sempre in modo riservato, alcuni dei maggiori esponenti del vecchio mondo europeo che si avviava a rinascere all’insegna dell’unificazione politica, economica, sociale, grazie al lievito indistruttibile di un’unità culturale esistente da tempi immemorabili e a un’unità di principi in cui lentamente e con difficoltà veniva ad emergere il principio della sovranità sovranazionale di questa Comunità diventata alfine Unione. Essa è la più diretta, presente e palpitante eredità delle giovani generazioni, a cui non può più essere ulteriormente negata. Al termini di ripetute, distruttive guerre civili europee. A Wilflingen, (Ulma), il Premio Capo Circeo barone F. S. von Stauffenberg, che con il padre accolse Enrst Junger nella foresteria della loro dimora fino alla morte del grande pensatore (trasformata in museo da un decennio), avvenuta alla vigilia dei 103 anni di età, ha dato impulso alla nascita dell’Associazione Amici dei Fratelli Ernst e Friedrich Jünger (Der Freundeskreis der Brüder Ernst und Friedrich Georg Jünger e.V.), con il prof. Georg Knapp, ultimo segretario dell’illustre scrittore. In pochi anni, Georg Knapp, Premio Europeo Capo Circeo 2013, affiancato da Gunther Figal e da altri attivi sodali, ha portato a compimento una serie di molteplici, lodevoli attività culturali ed editoriali di rango internazionale, compreso l’avvio della pubblicazione dell’opera omnia di Ersnt Junger, l’Anarca indomito.