17 Dicembre 2018
Fonti: varie
In via del tutto particolare, in riferimento al fatto che la notizia è da riferire alla Capitale italiana, Roma, e che il Presidente dell’ Autorità per il controllo e la qualità dei servizi pubblici di Roma Capitale, Autorità terza nominata dal Consiglio Comunale di Roma e non dalla giunta pro tempore, è altresì il Presidente del PECC; nella più assoluta distinzione dei ruoli,
e quindi in riferimento al fatto che Roma è la Città in cui ha sede il Premio Europeo Capo Circeo e il meraviglioso Campidoglio è la sede elettiva da molti decenni in cui ininterrottamente si svolgono le cerimonie ufficiali del “Capo Circeo”;
per il fatto che è sia una delle Capitali più antiche del mondo, se non la più antica del mondo, sia perché costituisce il più importante e originario centro del retaggio culturale dell’età classica e dell’impero romano, la cui eredità è ancora oggi presente non solo come pur importantissimo dato archeologico o di dottrina del diritto presso gran parte delle Nazioni e dei Popoli della ecumene pan mediterranea,
riportiamo la relazione di fine anno 2018.
Ciò che l’Agenzia “fotografa” con misurazioni di natura statistica è un documento pubblico che non vincola la stessa struttura se non nel suo doveroso rispetto di “terzietà” e men che mai il PECC. Da parte nostra, non si condivide alcuna fra le più diverse interpretazioni e motivazioni che certamente già si stanno esprimendo nelle sedi deputate e fra i romani. Lasciamo parlare solo il documento che, in via del tutto particolare, qui viene pubblicato innanzitutto per dare un forte stimolo a tutte le componenti che concorrono al governo e alla gestione di una così complessa e problematica realtà metropolitana,
Il PECC è rigorosamente apartitico e non può augurarsi e augurare altro ai cittadini romani, italiani, europei e mediterranei che avere, sotto tutti gli aspetti, un’efficiente e perfino splendida URBE, sotto il governo delle amministrazioni delle più differenti estrazioni.
COMUNICATO STAMPA RELAZIONE ANNUALE 2018 SUI SERVIZI PUBBLICI LOCALI
Giovedi 13 dicembre il Presidente dell’Agenzia, Carlo Sgandurra, ha presentato in Campidoglio Sala della Protomoteca, la XIV° Relazione sullo stato dei servizi pubblici locali a Roma e sull’attività svolta, anno 2018.
Relazione annuale sullo stato dei servizi pubblici locali e sull’attività svolta
13 dicembre 2018
Sala della Protomoteca
COMUNICATO STAMPA RELAZIONE ANNUALE 2018 Quale città ci raccontano i dati della Relazione Annuale 2018 dell’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma? Presentato in Campidoglio il 13 dicembre dal presidente Carlo Sgandurra, il rapporto, basato sull’analisi di indicatori quali-quantitativi ed economici, fornisce un aggiornato quadro di sintesi dei principali servizi pubblici erogati nella capitale, anche attraverso un confronto con le principali realtà urbane nazionali ed europee. Novità assoluta di quest’anno, oltre alla consueta ricognizione aggiornata del contesto normativo, è il tentativo di analisi economica “trasversale” dei servizi erogati dal Comune per ricavarne il cosiddetto costo pieno, una stima che assomma cioè l’ammontare dell’intero processo attraverso tutta la filiera lavorativa, dalla programmazione all’esecuzione al controllo, per verificarne, infine, la funzionalità: dalla cifra così ricavata, è possibile tracciare confronti con altre realtà metropolitane e scoprire che Roma, rispetto a Milano, spende ad esempio il 32% in più ad abitante per i rifiuti e oltre il 60% in meno per i trasporti. Ed è solo l’inizio di una serie di ulteriori valutazioni sulle quali sarà possibile basare scelte gestionali valide e opportune.
IGIENE URBANA E VERDE PUBBLICO Quest’anno, Ama stima che la produzione di rifiuti a Roma sia stata pari a 1.739 tonnellate, +3% rispetto al 2017, segnando un’inversione di tendenza rispetto a un andamento decrescente che si protraeva dal 2010. In crescita sia la differenziata che nel 2018 arriva al 45,4% dal 44,3% del 2017 (+1,1%) che l’indifferenziato. Riguardo la differenziata, la frazione più importante è l’organico, di cui Ama al momento tratta il 6%, ma Ama ha presentato in Regione Lazio i progetti per due nuovi impianti di compostaggio da 120mila tonnellate l’anno che porterebbero l’autonomia del trattamento al 60%. Le stime per l’organico raggiungono le 271mila tonnellate per l’anno ancora in corso, rispetto alle 255mila del 2017, andando a costituire la frazione più cospicua seguita dalla carta e dal multimateriale. Delle 939 tonnellate di indifferenziato prodotte nel 2017, Ama ha trattato il 37% termovalorizzandolo prevalentemente nel Lazio, mentre gli scarti da discarica sono spediti fuori regione (Lombardia ed Emilia-Romagna). L’indisponibilità dell’impiantistica necessaria alla chiusura del ciclo rifiuti è uno dei fattori che più fortemente condiziona l’efficacia del servizio, sia nella qualità erogata che in quella percepita: al terzo trimestre 2018, solo la funzionalità dei cassonetti e la fruibilità dei contenitori per vetro raggiungono gli obiettivi. Per quanto attiene alla modalità di raccolta, da marzo 2018 è in corso di sperimentazione nei municipi VI e X una suddivisione della raccolta secondo tre modelli (domiciliare, domus ecologiche con accesso riservato e cassonetti “intelligenti” con carta di riconoscimento e sistema di pesatura rifiuti), che ha già permesso di stimare, grazie a una capillare mappatura delle utenze, un livello di evasione pari al 20-30% che tuttavia non è stata ancora regolarizzata. Sul fronte economico, le tariffe del servizio risultano in tendenziale diminuzione dal 2015, anche se ancora sono le più alte tra le grandi città, seconde solo a quelle di Napoli. Sul fronte della qualità percepita, nel terzo trimestre 2018 i cittadini premiano con il segno più la raccolta stradale (+4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e la porta a porta (+7%), anche se arretra la valutazione del rispetto del calendario di ritiro (-2%) e la funzionalità e decoro dei cassonetti (rispettivamente -4 e -3%). In leggera diminuzione nel 2017 la spesa per il verde pubblico che comprende i circa 42 milioni di metri quadri gestiti direttamente da Roma Capitale, con un aumento dell’8,6% dal 2016 al 2017 dei costi del personale e una diminuzione del 16,9% per i costi dei beni e servizi. A causa del blocco delle gare nel 2017, gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria hanno subito un drastico calo, come la potatura dei 315mila alberi che ricadono sotto la competenza capitolina, mentre si registra un forte incremento degli interventi urgenti che passano da un totale di 650 nel 2017 ai 5.225 del solo primo semestre 2018. Nello stesso periodo, per la prima volta dal 2012, il saldo del bilancio arboreo registra un segno positivo con 2.155 nuovi alberi messi a dimora al netto dei 529 abbattuti. TRASPORTO PUBBLICO LOCALE Resta problematica la condizione della mobilità, soprattutto di superficie. Nel caso di Atac, persiste la difficoltà di attuare puntualmente quanto programmato anche a causa del taglio dei costi per la manutenzione, che rendono quello romano il parco vetture tra i più modesti e vetusti d’Italia. Tra squilibri gestionali e tensioni finanziarie, le ripercussioni sulla qualità del servizio reso ai cittadini sono clamorose: negli ultimi 4 anni, ad esempio, è raddoppiato il numero delle corse di superficie a gestione Atac soppresse che nel 2017 sfiora 1,3 milioni, in aumento del 26,5% rispetto al 2016, mentre guasti e ritardi hanno fermato quasi una vettura su due. Dato aggravato dal numero degli utenti trasportati che nella capitale si aggira attorno a 1,2 miliardi di passeggeri l’anno, superando l’intera somma di quelli che si avvalgono del tpl a Milano (568mila), Torino (251mila) e Napoli (120mila). Anche il trend positivo della rete metropolitana registra una battuta d’arresto: mancanza di pezzi di ricambio, scioperi e malfunzionamenti sono alcune delle cause responsabili di una flessione in negativo del 6% della qualità percepita dagli utenti rispetto all’anno precedente, con un ingente aumento anche in questo caso delle corse perse di oltre il 41% tra 2016 e 2017. Le carenze del servizio si ripercuotono sulla qualità percepita e il voto espresso dai cittadini non solo non raggiunge mai la sufficienza, ma è in costante declino. L’unico dato che registra il segno più è il numero degli abbonamenti annuali venduti e in generale i ricavi dalla vendita dei titoli di viaggio, che arriva a coprire ora il 31% dei costi operativi, in linea con il dato del 2016 e in tendenziale crescita dal 2012, quando la copertura si attestava al 26%. Ancora a proposito di dati economici, il monitoraggio sulle soste tariffate (le strisce blu) e i parcheggi di scambio rivela che i ricavi delle prime sono ampiamente sufficienti a coprire i costi del servizio, grazie ad alcuni accorgimenti messi in atto negli ultimi anni tra cui l’intensificazione dei controlli e delle sanzioni, la possibilità di effettuare il pagamento tramite sistemi informatici e l’ammodernamento dei parcometri, per un ricavo pari a 421 euro l’anno per ogni stallo su strada, oltre il 50% in più di Milano (279 euro). I ricavi derivanti dai parcheggi di scambio, invece, sono pari a 461mila euro nel 2017 e coprono appena il 5% dei costi di servizio, frutto (consapevole) di una scelta amministrativa che mira a disincentivare il ricorso ai mezzi privati in favore del trasporto pubblico.
CULTURA E TEMPO LIBERO Un punto di forza nel panorama dei servizi romani, che gratifica una città dal patrimonio storicoartistico e archeologico incommensurabile, è sicuramente costituito dal settore della cultura, del tempo libero e del turismo. Ne emerge un quadro piuttosto stabile, con fattori di incremento legati a iniziative particolari come le domeniche gratuite o l’accesso libero ai “piccoli musei”, mentre le mostre presentano un andamento più altalenante dovuto all’attrattività degli eventi proposti. Prosegue l’andamento positivo registrato anche lo scorso anno soprattutto per i musei e gli spettacoli dal vivo (rispettivamente +9,4 e +13,9% dal 2016), tutti in tendenziale crescita, con una ripresa di alcune importanti realtà che nel 2016 avevano avuto una battuta d’arresto come Musica per Roma e Teatri in Comune. Nel 2017 i visitatori della rete Musei in Comune sono aumentati di 230mila unità rispetto all’anno precedente e di quasi 400mila rispetto alla media 2010-16, con una variazione percentuale positiva di oltre il 20% nel periodo considerato. Ad attirare più visitatori nel 2017 sono stati il Museo di Roma (+105% dal 2016), di cui sono risultate vincenti la parziale riorganizzazione e alcune scelte espositive, come la mostra su Artemisia Gentileschi, e l’iniziativa Viaggi nei Fori, con oltre 117mila presenze. Ancora da verificare le conseguenze del passaggio di gestione, avvenuto nel 2018, dei musei Macro e Mattatoio (ex Macro Testaccio) da Zètema a Palaexpo. Tuttavia, nonostante la ricchezza e pluralità dell’offerta e una lenta ma costante crescita del numero di arrivi turistici, pari nel 2017 a circa 14,7 milioni di persone con una variazione percentuale del +3% rispetto all’anno precedente, Roma risente di un trend mondiale che si orienta verso un’esperienza turistica “mordi e fuggi” con una media di 2,4 giorni di permanenza. A luglio 2018 è stata introdotta la Mic card, che permette l’ingresso alla rete dei Musei in Comune con un abbonamento annuale al prezzo di cinque euro per residenti, domiciliati e studenti il cui successo si misura con i 38.441 abbonamenti venduti e i 192.295 euroincassati nel periodo dal 5 luglio al 26 novembre 2018, e che fa di Roma la più economica e accessibile tra le città italiane che offrono questo servizio (a Firenze la card annuale per residenti di ingresso ai musei civici costa 40 euro). Il settore della cultura è stato oggetto a fine 2016 di una riorganizzazione che, entrata in piena attuazione l’anno successivo, è ancora in fase di assestamento e i cui effetti non sono ancora valutabili. Crescono nel 2017 i numeri riguardanti le 39 biblioteche di Roma, non tanto dei prestiti e degli iscritti, che rimangono stabili su una media di 33-34mila, quanto dei partecipanti alle attività e iniziative ospitate (eventi, spettacoli, laboratori e cineforum), facendo registrare un vertiginoso +242,7% di presenze dal 2016 al 2017.
SOCIALE Anche questo settore registra un segno positivo. Gli asili nido comunali offrono un servizio adeguato alla domanda espressa, che risulta comunque in progressivo calo a fronte di progressivo calo delle nascite (-13% di popolazione 0-3 anni iscritta in anagrafe dal 2012 al 2017), e le liste di attesa si sono ridimensionate dell’81% in cinque anni. Così Roma incassa un nuovo primato tra le altre maggiori città d’Italia, con il 28,7% di bambini da zero a due anni ad aver usufruito nel 2017 di strutture pubbliche per l’infanzia a fronte del 26,3% di Milano, il 19,5% di Torino e il solo 5,4% di Napoli, mentre si riducono le iscrizioni nelle strutture convenzionate che passano dalle 7.366 del 2016 alle 5.686 del 2017. La spesa per le famiglie varia a seconda delle fasce contributive, con delle politiche che favoriscono le categorie economicamente più svantaggiate. Cresce al 48,9%, dal 44% del 2016, anche la soddisfazione per il trasporto scolastico, mentre il trasporto per persone con disabilità, pur incassando una non trascurabile percentuale di oltre il 70% di molto soddisfatti, risente del blocco delle liste di attesa, ferme dal 2015. L’Amministrazione tuttavia ha provveduto alla stesura di un nuovo Regolamento in materia di cui si attende l’entrata in vigore nel 2019 e che dovrebbe riaprire la possibilità di accesso al servizio. Non raggiungono ancora la sufficienza nel giudizio dei cittadini i servizi degli 11 cimiteri urbani gestiti da Ama, il cui costo totale nel 2016 è stato di 27,5 milioni di euro, in diminuzione progressiva dal 2012. Nel 2017 inoltre l’Amministrazione capitolina ha stanziato 50 milioni per interventi straordinari e impiantistica, tuttavia Roma (insieme a Torino, che come Roma affida il servizio a partecipate) è tra le grandi città dove la spesa corrente è tra le più basse.
ILLUMINAZIONE PUBBLICA E SERVIZIO IDRICO Bene i servizi a rete, pur risentendo la rete idrica di un significativo grado di dispersione che fa di Roma la quarta città d’Italia con il 41% di perdite, dopo Palermo, Bari e Catania anche se il dato è in significativo miglioramento. I romani hanno speso in media 314 euro nel 2017 con un aumento del 3,6% su base annua, ma si registra anche un incremento degli investimenti da parte del gestore pari a 82,7 milioni di euro (oltre il 50% in più del 2016), più ulteriori 5,2 milioni stanziati per interventi strutturali a seguito dell’emergenza idrica dichiarata nell’estate dello stesso anno. Il piano led, approvato con delibera di Giunta nel 2015 e totalmente finanziato dal Comune con circa 48 milioni di euro, prevedeva la sostituzione del 90% delle vecchie lampade destinate al servizio di illuminazione pubblica e ha registrato un esito soddisfacente sul fronte del risparmio energetico, con un -31% di consumi. Questo dato si riflette in positivo sul bilancio capitolino, che nel 2017 rispetto all’anno precedente risparmia per l’illuminazione pubblica il 20,4% sul totale della spesa. Altre ricadute positive nel biennio 2015-17 sono state la riduzione dell’inquinamento luminoso (-27-6% di flusso luminoso totale) e un miglioramento del rendimento medio delle lampade installate. In generale, si rileva un sostanziale incremento dei punti luce che nel 2017 sfiorano i 200mila. Le maggiori criticità dei servizi di illuminazione si concentrano nei tempi ancora troppo lunghi di intervento, ma soprattutto sono in aumento le segnalazioni di guasto, 23.760 complessive nel 2017. La Relazione è a disposizione di tutti i cittadini ed è liberamente consultabile on line all’indirizzo
Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma …
www.agenzia.roma.it/
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